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Come sarà la smart home del futuro con i visori

I gadget indossabili come Vision Pro potranno offrire un controllo più naturale e coinvolgente dei dispositivi della domotica e delle tecnologie annesse.

C'è una categoria di dispositivi tecnologici che spesso non viene associata al mondo della smart home, ma in realtà potrebbe rivestire un ruolo sempre più interessante. Ci riferiamo ai visori per la realtà virtuale e per la realtà mista, una delle più popolari del momento. In realtà, però, questa gamma di prodotti intelligenti indossabili è nata ben prima del nuovo prodotto della mela morsicata, affondando le proprie radici nella preistoria dell'informatica. Tuttavia, negli ultimi mesi, anche grazie proprio a Vision Pro, ha goduto di una profonda accelerata.

Nel futuro prossimo i visori diventeranno sempre più utilizzati non soltanto per l'intrattenimento o per la produttività, ma anche per controllare in modo più naturale e coinvolgente tutti i dispositivi della domotica. Questa rivoluzione tecnologica ormai già iniziata che cercherà di abbracciare un pubblico sempre più ampio grazie a visori più abbordabili nel prezzo e più semplici da utilizzare. E non stupisce come Somfy sia già pronta per questa nuova sfida. Solleviamo leggermente l'angolo del tappeto del futuro per sbirciare che cosa ci riserverà. 
 

Che cosa sono i visori di realtà virtuale e mista

Si può collocare il primissimo passo del cammino che ha portato ai moderni visori negli anni '30. Non quelli del secolo scorso, ma addirittura dell'800, quando il fisico britannico Charles Wheatstone presentò lo stereoscopio a riflessione. Questo strumento permetteva di osservare in simultanea una coppia di disegni così da generare una visione tridimensionale, sfruttando il modo in cui il cervello elabora le informazioni rilevate dagli occhi. Cento anni dopo, nel 1935, lo scrittore di fantascienza statunitense Stanley Weinbaum inventa concettualmente l'idea di realtà virtuale con il suo breve Gli occhiali di Pigmalione, in cui si può indossare appunto un visore per essere catapultati all’interno di una storia, come se si fosse un protagonista. 

Negli anni '50 apparvero mini cinema multisensoriali, negli anni ‘60 i primi display indossabili con tracciamento dei movimenti, negli anni '80 i primi visori computerizzati e negli anni '90 i sistemi per addestramento della Nasa. Negli ultimi anni il boom lato commerciale con i vari prodotti di Htc, Samsung, Pico, Oculus poi diventato parte di Meta fino a Apple Vision Pro. 

 

Due le sottocategorie con differenze sostanziali:

  • visori per la realtà virtuale: che mostrano un mondo del tutto digitale e sono perfetti per gioco e per godersi contenuti multimediali;
  • visori per la realtà mista: che miscelano virtuale e aumentato, grazie a videocamere che mostrano il mondo reale mentre si indossano i visori e appongono uno strato arricchito di informazioni, contenuti e possibilità.

 

È soprattutto quest’ultima categoria a crescere più in fretta e a offrire un panorama più ampio perché si tratta di un vero e proprio computer indossabile, che fonde virtuale e reale consentendo immersività e garantendo una connessione al mondo reale. Ampio e variegato il parco opzioni lato app dai giochi ai contenuti multimediali, dalla produttività con le videoconferenze alla creatività fino allo svago. E la smart home?
 

Come i visori potranno rivoluzionare la smart home

Considerando non solo i visori di altissima fascia, ma anche quelli di fascia media e medio-bassa che arriveranno in quantità nei prossimi anni, uno degli obiettivi dei produttori è quello di sdoganarli per usi sempre più concreti e pratici. Insomma, con tutto ciò che si può fare ora solo con lo smartphone: d’altra parte hanno uno schermo, ascoltano i comandi vocali, percepiscono i movimenti di occhi e mani per tradurli in input e creano layer arricchiti della realtà. Sono di natura perfetti per la domotica. 
 

E, giocando a immaginare il futuro, è semplice immaginare come saranno in grado di collegarsi ai sistemi più diffusi come la l'hub domotico TaHoma Switch tramite app, per avere pieno controllo e personalizzazione di tutti i dispositivi dell’ecosistema della smart home, come per esempio:

  • gestire al meglio la qualità dell’aria in casa: si potrà guardare verso una finestra e chiedere di aprirla per cambiare l’aria un po’ viziata, magari in combinazione alla notifica ricevuta dai sensori che monitorano l’ambiente interno.
  • garantire il giusto comfort termico: con una gesture delle dita si abbassa la tapparella della finestra così da risparmiare sul condizionamento d’estate oppure la si solleva d’inverno per creare più tepore.
  • monitorare la videosorveglianza: dal visore ci si potrà collegare alle videocamere in esterna, ma anche a quelle montate nelle stanze interne, così da controllare che sta succedendo. E, nel caso, richiedere assistenza o chiudere serramenti da remoto.
     

Inoltre, i visori utilizzeranno la loro capacità di elaborare tramite intelligenza artificiale i dati raccolti dai propri sensori per comprendere meglio le abitudini e facilitare per esempio la creazione di routine personalizzate su ogni singola famiglia. O, ancora, per suggerire come migliorare alcuni aspetti della gestione della domotica in casa, per esempio mostrando in realtà aumentata come posizionare accessori o sensori in prossimità di ingressi oppure per rilevare fumi o perdite d’acqua. Infine, una volta indossato il visore per godersi un film 3D, potrà comunicare in autonomia con la casa per regolare luci, abbassare tapparelle e creare il giusto comfort.
 

Le potenzialità sono sconfinate e ancora tutte da scoprire, la domotica e Somfy sono pronti a questa nuova sfida.
 


Diego Barbera è giornalista per Wired Italia, portale punto di riferimento della tecnologia e lifestyle.
In questi anni ha collaborato con riviste, quotidiani e radio e ha scritto romanzi per CasaSirio Editore.

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