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La transizione ecologica in Europa e in Italia

Scopri alcuni dei principali obiettivi di transizione ecologica dell’Unione Europea e dell’Italia.

La normativa in materia climatica e di transizione ecologica - cioè la conversione da un sistema di produzione intensivo a uno che dà maggiore importanza alla sostenibilità e un’economia circolare - in Europa ha l'obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra, principalmente anidride carbonica, almeno del 55% entro il 2030. Per riportare equilibrio nel sistema climatico globale, gli stati membri, tra i quali l’Italia, stanno elaborando una nuova legislazione per conseguire un obiettivo: rendere l'Unione Europea climaticamente neutrale entro il 2050.

Questo cosa vuol dire per l'Italia e quali sono gli obiettivi di transizione ecologica per il paese?

Proviamo a ripercorrere insieme le tappe più importanti.

 

Alcuni obiettivi della transizione ecologica in Italia

Il periodo che verrà darà particolarmente da fare al governo rispetto a rinnovabili ed efficienza: il piano per la transizione ecologica del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica prevedeva il raggiungimento del 72% di produzione di energia da rinnovabili entro il 2030, e, inoltre, in sede di G7, l'Italia si è impegnata a decarbonizzare il settore elettrico entro il 2035, in base alle raccomandazioni dell'agenzia internazionale dell'energia (IEA). 

In Gwatt, l'obiettivo è arrivare entro il 2030 a 85 GW da fonti rinnovabili, ossia 345 miliardi di benefici economici accumulati e circa 470.000 posti di lavoro in totale, per ridurre così del 75% delle emissioni di anidride carbonica.

In Italia nei primi 6 mesi del 2022 sono stati installati 1211 MW da fonti rinnovabili, così suddivisi:

  • 1061 MW da impianti fotovoltaici, +193% in più rispetto al 2021;
  • 123 MW da impianti eolici, 66%  in più rispetto al 2021;
  • 27 MW da impianti idroelettrici, 72%  in più rispetto al 2021;

fonte: osservatorio FER (fonti di energia rinnovabile)

 

Anche dal punto di vista della mobilità elettrica in questi ultimi anni ci sono stati alti e bassi. Nel 2021 sono state immatricolate 137.000 nuove autovetture elettriche, il 128% in più rispetto al 2020. Invece, il 2022 è iniziato con rallentamento continuo, nei primi 6 mesi, di -19%. Indubbiamente il contesto storico e le conseguenti cause economiche, nonché il blocco della filiera per carenza di materie prime e di semiconduttori, hanno aggravato la situazione, rallentando di molto le vendite. Dopodiché sono stati finanziati gli incentivi a tutto il 2024 e per tutto il 2025 si potrà, grazie al superbonus, installare punti di ricarica privati. Tutto questo ha dato nuova linfa al settore e le aspettative fino al 2030 sono positive e progressive con nuovi mezzi elettrici in circolazione e un costante calo dei mezzi a combustione.

fonte: Smart Mobility Report

 

Obiettivi della transizione ecologica in Europa

Questo periodo storico ha messo in evidenza la fragilità del sistema energetico italiano ma soprattutto europeo, quindi accelerare la produzione elettrica da fonti rinnovabili potrebbe essere la risposta per garantire il  contenimento dei prezzi e per raggiungere l'autosufficienza, eliminando le cause di fragilità del sistema energetico europeo.

In Europa quest'anno abbiamo capito quanto sia importante stimolare gli investimenti nei sistemi di produzione da fonti rinnovabili, non solo per contrastare il cambiamento climatico, ma anche per risolvere finalmente, la dipendenza energetica da produzione esterna. La transizione energetica, con gli obiettivi stabiliti, ossia la decarbonizzazione totale entro il 2050, è uno dei progetti più grande, portato avanti da tutti gli stati membri europei.

Sicuramente la decisione di 25 paesi e istituzioni di finanza pubblica di porre fine al sostegno economico internazionale al settore dell'energia da combustibili fossili, entro fine 2022, privilegiando il sostegno verso investimenti per produrre energia da fonti rinnovabili, potrebbe spostare circa 18 miliardi di dollari in investimenti sostenibili per progetti di produzione di energia da fonti rinnovabili e, insieme agli incentivi nazionali, portare avanti, un po' più velocemente, la transizione energetica.

Oltre alle difficoltà burocratiche, per grandi opere pubbliche esiste anche un problema di origine culturale: la società vuole l'energia pulita, ma senza l'installazione di grandi impianti fotovoltaici o eolici, perché occupano suolo che potrebbe essere utilizzato dall'agricoltura. 

Tutte le problematiche riscontrate sono un ulteriore ostacolo allo sviluppo di tutte le possibilità che aiutano la transizione energetica ma indubbiamente la nuova propensione delle PMI e delle aziende più grandi verso la sostenibilità è sicuramente un punto a favore. I nuovi atteggiamenti sostenibili, come la mobilità elettrica aziendale, sproneranno ulteriormente il mercato.

Se questo atteggiamento sostenibile viene attuato da tutte le piccole medie imprese italiane si effettuerà un cambio di paradigma e invece che è un'economia lineare riusciremo ad avere un'economia circolare. La propulsione che ne deriverà, ci porterà al raggiungimento degli obiettivi, quindi alla decarbonizzazione dell'Europa entro il 2050.


 

Scopri l’impegno di Somfy per la transizione ecologica

 


Ciao, sono Laura Contoz, Green Blogger ed eco-divulgatrice, da anni lavoro alla realizzazione di percorsi per imprenditori, per migliorare l’impatto, sul pianeta, delle infrastrutture dei loro business. Gli obiettivi di questi percorsi sono svariati: rendere le infrastrutture  più efficienti, generare un risparmio energetico addizionale, aumentare la vivibilità delle azioni fatte e migliorare l'ambiente di lavoro  delle persone coinvolte, soddisfacendo inoltre, le loro aspettative in termini di comfort e sicurezza. Il percorso da fare, cambia a seconda del tipo di lavoro e di infrastrutture interessate, Il percorso lo preparo, nel dettaglio, con l’imprenditore, in tutte le sfaccettature, in base agli obiettivi da raggiungere, tutte le scelte e le azioni alla base del percorso, sono volte a migliorare la sostenibilità dell'ambiente preso in esame, di fatto, migliorando l'impronta ecologica del business. Ultimamente alla redazione del bilancio sociale, l’utilizzo dello stesso e alla comunicazione aziendale, aggiungo la formazione, in modo da rendere autonoma una risorsa all’interno dell’organizzazione. Attraverso una divulgazione di informazioni verificate, punto a migliorare la comprensione di questi fenomeni aumentando la consapevolezza sui temi ambientali.

 

 

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