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Cos’è e come ridurre lo spreco alimentare

Scopri cos’è lo spreco alimentare e quali sono le possibili soluzioni quotidiane per ridurlo.

Lo spreco alimentare è considerato lo sperpero di cibo ritenuto ancora ben commestibile durante la produzione e il consumo dell’alimento. L'ideale per tutti, per l'ambiente e per l'economia, sarebbe vivere senza sprechi, senza avanzi, organizzare i sistemi produttivi, in maniera che tutto ciò che esce possa rientrare nel processo stesso oppure in un altro procedimento di produzione. Tutto quello che non ha un’utilità in un determinato processo, deve trovarla in un altro: il waste (spreco, scarto), cioè "buttare via senza alcun recupero", deve essere l'ultima opzione!

Vediamo quindi insieme alcuni dati dello spreco alimentare per capire come ridurlo.

 

Lo spreco alimentare in Italia e nel mondo

Questa problematica viene sottovalutata e sottostimata: quante volte ci si ritrova a buttare un avanzo e/o della frutta troppo matura, anche per la macedonia! Occorre, quindi, modificare le proprie abitudini, perché è solo così che il cambiamento riuscirà a smuovere il mercato, modificare la domanda e di conseguenza l'offerta. 

Si stima, infatti, che l’Italia abbia consumato 270 milioni di tonnellate di prodotti freschi, come la frutta e la verdura. Su questi alimenti l’Italia è il peggior “sprecone” dal 2000 al 2017, anche di carne, pesce, cereali e formaggi. Nello stesso periodo, al secondo e al terzo posto, si trovano Spagna e Germania.

Il JRC, il Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea, ha perciò sviluppato un nuovo metodo per monitorare lo spreco di tutta la filiera alimentare.

Principalmente si riconoscono due momenti:

  • Pre-consumer waste, dove viene calcolato qualsiasi spreco alimentare accumulato nella filiera, prima della vendita;
  • Post-consumer waste, dove viene calcolato quanto diventa spreco alimentare a vendita effettuata, ossia da parte del consumatore finale.

Il nuovo metodo di ricerca del JRC è stato applicato a partire dal 30 giugno 2022 in tutti gli Stati membri dell’Unione europea, che dovranno comunicare i dati sulla produzione di rifiuti e scarti nelle diverse fasi della filiera, come quella del trasporto. A partire da questi dati, si stabiliranno gli obiettivi 2023, da parte della Commissione Europea, per ridurre gli sprechi. 

Invece, secondo i dati di Coldiretti, nel 2021:

  • in Italia si stima che vengano sprecati ogni anno 67 kg di alimenti pro capite, per un totale di oltre 4 milioni di tonnellate di sperpero;
  • a livello mondiale, invece, ogni anno viene sprecato oltre 1 milione di tonnellate di alimenti, circa 121 kg di cibo pro capite.

Inoltre, secondo l’ONU, il 17% di quanto viene prodotto viene buttato, ossia non farà mai parte del raccolto! Grandi ettari di terreno coltivabile che vengono utilizzati per alimenti che verranno eliminati, scartati e buttati. Ancor prima il costo del lavoratore, l’attrezzatura, tutto ciò che ha contribuito alla produzione in sé di quel 17% è da considerarsi un generatore di costi. Per questo è molto importante il monitoraggio su tutta la filiera agroalimentare.

 

Come ridurre lo spreco alimentare

L’ONU incoraggia i Paesi con più spreco alimentare a seguire un’economia circolare per rispettare l’ambiente.

Nel mercato si trovano diverse applicazioni da installare da mobile o da desktop che permettono di comprare alimenti che i commercianti o i negozi butterebbero via, perché non considerati più freschi per la norma vigente, ma ancora in perfette condizioni ed entro le date di scadenza. 

Il mantra è sempre lo stesso: applicare “le 3 erre”, cioè ridurre, riusare e riciclare. Sono le tre parole chiave su cui riflettere e lavorare per trovare una soluzione allo spreco alimentare.

Rimangono solo 8 anni per raggiungere l’Obiettivo di Sostenibilità e tante idee per poter evitare lo spreco alimentare. Sembra tanto tempo, ma non lo è, occorre accelerare con azioni sostenibili per evitare altri sprechi. Il 29 settembre è il giorno dedicato a questo tema, è la “Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare”, bisogna però pensare sempre a questo concetto, non solo nella giornata mondiale. 

Ecco, quindi, qualche consiglio per evitare gli sprechi:

  • fai sempre la lista della spesa in base ai pasti da preparare;
  • frutta e verdura: cerca di acquistare sempre il quantitativo più giusto possibile;
  • investi in un buon frigorifero, permette di sprecare meno;
  • quando è possibile, acquista a chilometro zero;
  • fai attenzione alle scadenza e alla scritta “da consumarsi preferibilmente entro”;
  • in casa sistema gli alimenti come al supermercato, con le scadenze più vicine in avanti;
  • regala il cibo che sai che non mangerai;
  • prendi l’abitudine al ristorante di chiedere la doggy bag e porta a casa ciò che avanzi,  anche quello del ristorante è spreco alimentare.

Il centro dello spreco alimentare è nelle case, nei frigoriferi, nelle abitudini. Occorre imparare a comprare il giusto, a conservarlo al meglio, per poi utilizzarlo evitando ogni tipo di spreco. Bisogna imparare a pretendere i prodotti di un certo tipo, di una certa qualità, con il giusto contenitore, perché le aziende cercano sempre la soddisfazione del cliente. Solo così cambierà la società, solo costruendo una nuova abitudine collettiva.


 

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Ciao, sono Laura Contoz, Green Blogger ed eco-divulgatrice, da anni lavoro alla realizzazione di percorsi per imprenditori, per migliorare l’impatto, sul pianeta, delle infrastrutture dei loro business. Gli obiettivi di questi percorsi sono svariati: rendere le infrastrutture  più efficienti, generare un risparmio energetico addizionale, aumentare la vivibilità delle azioni fatte e migliorare l'ambiente di lavoro  delle persone coinvolte, soddisfacendo inoltre, le loro aspettative in termini di comfort e sicurezza. Il percorso da fare, cambia a seconda del tipo di lavoro e di infrastrutture interessate, Il percorso lo preparo, nel dettaglio, con l’imprenditore, in tutte le sfaccettature, in base agli obiettivi da raggiungere, tutte le scelte e le azioni alla base del percorso, sono volte a migliorare la sostenibilità dell'ambiente preso in esame, di fatto, migliorando l'impronta ecologica del business. Ultimamente alla redazione del bilancio sociale, l’utilizzo dello stesso e alla comunicazione aziendale, aggiungo la formazione, in modo da rendere autonoma una risorsa all’interno dell’organizzazione. Attraverso una divulgazione di informazioni verificate, punto a migliorare la comprensione di questi fenomeni aumentando la consapevolezza sui temi ambientali.

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